Il caffè non solo è una delle bevande più antiche e consumate al mondo, ma fa anche pare dell'Olimpo delle materie prime più scambiate; ecco perché su tutti i siti di trading troverete una quotazione del caffè sempre aggiornata e in primo piano.
Il caffè è parte non solo del bagaglio alimentare ma anche di quello culturale di molte nazioni attorno al globo, dall'Italia al Giappone, sino all'America del Frappuccino e di Starbucks; ecco perché la sua produzione è un punto cruciale per l'economia mondiale, tanto da essere la terza materia prima commerciata al mondo dopo petrolio e metalli. Questo fa sì che le sue oscillazioni di prezzo siano attentamente studiate e monitorate nei forex, dandogli una posizione prominente sul mercato.
Il caffè viene scambiato usando come unità di misura il sacco, corrispondente a 60 kg di chicchi, e le due varietà che generano più introito sono le principali miscele con cui il nostro espresso è creato: l'Arabica e la Robusta si dividono il mercato, con una forte predominanza della prima, che occupa circa il 70% del caffè commerciato a livello globale; abbiamo quindi una differenziazione tra quotazione del caffè relativa all'Arabica e quotazione del caffè varietà Robusta.
La quotazione del caffè tuttavia, diversamente da quelle di petrolio e metalli, ha una particolarità nella sua estrema instabilità: le oscillazioni, tra cui il picco in discesa degli ultimi anni, sono all'ordine del giorno. Questa instabilità è dovuta al fallimento di un piano di controllo simile a quello attivato per le altre materie prime: dove le organizzazioni di controllo di petrolio e metalli sono riusciti a dettare regole che stabilizzassero l'andamento del prezzo, per il caffè questo è praticamente impossibile a causa della produzione originaria in mano a piccoli coltivatori e produttori che debbono poi vendere direttamente alle grandi multinazionali, confrontandosi con i relativi prezzi. Questo crea un divario tra il prezzo di produzione e quello di commercializzazione, che a sua volta provoca scompensi nel prezzo di mercato, e i tentativi di creare regole stabilizzatrici come per le altre materie non hanno mai funzionato.
A questo si aggiungono le normali oscillazioni di mercato, dovute a richiesta e surplus: se il caffè è sul mercato con prezzi alti, questo incentiva i coltivatori a estendere la produzione; quando la produzione è alta, tuttavia, il prezzo scende per via di una quantità di caffè alta, che rende la materia prima facilmente reperibile.
Il meccanismo di cui abbiamo appena parlato sommato al problema del rapporto diretto tra multinazionali e piccoli produttori ha fatto sì che sia il 2018 sia gli ultimi anni siano stati un periodo di crollo del prezzo del caffè. Durante l'annata 2017/2018 si è vista una forte crescita nella produzione di tonnellate di caffè, ma questi dati impallidiscono di fronte alla previsione per l'anno in corso; per conseguenza la quotazione del caffè oggi sta andando sempre più al ribasso, con produttori ridotti all'osso e multinazionali che acquistano a prezzi irrisori la materia prima, provocando danni irreparabili al tessuto economico delle nazioni produttrici di chicchi, il Brasile in primis.
Si spera nel ritorno a breve di un equilibrio del giusto medio nel campo della quotazione del caffè, così da preservare e avvantaggiare sia i piccoli produttori, sia i consumatori, in maniera etica e pulita.
Con grande soddisfazione siamo stati recensiti dal Gambero Rosso, nota piattaforma enogastronomica.