Molto pratico in tantissime situazioni, il caffè solubile è diffuso in tutto il mondo ed esiste in molte varianti diverse. Ma come è nato il caffè solubile, e qual è la sua storia? Continua a leggere per scoprirlo.
Il caffè solubile è un composto ricavato dai chicchi di caffè. Ma qual è la differenza con il caffè macinato?Semplice: il caffè solubile viene preparato utilizzato seguendo metodi di produzione industriali più complessi fra cui la liofilizzazione e l'atomizzazione.
Lo sapevi che oggi quasi il 50% del caffè verde del mondo viene utilizzato per produrre caffè solubile?
IL vero antenato del caffè solubile, un po' diverso da come lo conosciamo oggi, sembrerebbe risalire alla Guerra Civile Americana. Aveva il nome di Essence of Coffee, ed era una miscela concentrata di caffè/latte/zucchero prodotta per l'esercito dell'Unione. Che non ebbe grande successo, visto che era sì comodo, perché per ottenere la bevanda bastava mescolarne un cucchiaino con acqua calda, ma aveva una consistenza piuttosto sgradevole.
Il primo vero e proprio caffè solubile o istantaneo venne ideato e brevettato nel 1881 dal francese Alphonse Allais. Il secondo brevetto, invece, risale al 1890: David Strang di Invercargill (Nuova Zelanda) brevettò un caffè solubile dal nome di "Dry Hot-Air".
George Constant Louis Washington promosse un altro processo per preparare il caffè solubile - nel 1909 - e iniziò a sfruttarlo a fini commerciali nel 1910, anno in cui aprì la sua azienda.
Ma sarà solo nel 1938 che il caffè solubile prese piede davvero a livello industriale, con il marchio Nescafé che introdusse un processo di raffinazione del caffè più avanzato.
Per produrre il caffè solubile è necessario che i chicchi di caffè verde vengano inizialmente tostati, per esaltarne il sapore e l'aroma. Dopo il raffreddamento, i chicchi vengono macinati finemente in pezzi di 0,5/1,1 millimetri di grandezza. Fino a qui nulla di strano, e il processo è il medesimo adottato per produrre quasi tutti i tipi di caffè.
Per produrre il caffè solubile è poi necessario estrarre il contenuto solubile e volatile dei chicchi, e questo può essere fatto usando l'acqua. Durante questo processo di estrazione viene utilizzata acqua liquida sotto pressione riscaldata a circa 175 °C. La concentrazione di caffè nel liquido viene quindi aumentata mediante evaporazione o additivi.
L'ultima fase del processo che è alla base di come nasce il caffè solubile è quella della liofilizzazione, ovvero la rimozione dell'acqua attraverso un processo di sublimazione.
L'estratto di caffè viene rapidamente congelato e spezzato in piccoli granuli, che vengono poi setacciati e ordinati per dimensione, prima di essere collocati nella camera di essiccazione, di solito su vassoi di metallo.
L'acqua precedentemente congelata nei granuli di caffè si espande fino a dieci volte rispetto al volume precedente, ed è importantissimo che il vapore acqueo generato esca dalla camera di essiccazione.
Una volta ottenuti i granuli liofilizzati questi vengono rimossi dalla camera e confezionati.
Con grande soddisfazione siamo stati recensiti dal Gambero Rosso, nota piattaforma enogastronomica.