Il caffè turco non è solo una bevanda - con i suoi usi, le sue regole e le sue abitudini - ma è soprattutto un rito. Che si tramanda, oltre le generazioni e oltre i confini nazionali. Conosci il caffè turco (a volte chiamato anche caffè greco), e come viene consumato? Scoprilo insieme a noi, in questo articolo.
Nel caffè turco ci si imbatte subito: dai bazar, dove i venditori di dolciumi lo offrono ai loro più assidui clienti, alle bancarelle agli angoli delle strade e alle tavole delle persone comuni. Quello del caffè turco è un rituale che fa parte del quotidiano, perché la cosa importante è la persona con la quale si decide di sorseggiarlo. Per la Turchia, e in realtà per tutti i Balcani, quello del caffè è quindi un vero e proprio rito conviviale, un modo per stare in compagnia, una scusa buona per fermarsi un attimo e condividere una chiacchiera e un lokum.
Ben lontana dalla nostra usanza di bere un caffè al bancone del bar, in un solo gesto, il caffè turco viene gustato con calma, in un'ottica completamente diversa. Si tratta di un momento di pausa, durante il quale mettere in pausa gli impegni della giornata.
Il caffè turco si prepara con chicchi macinati molto fini e risulta in un caffè quasi denso, ma non forte. Tradizionalmente viene preparato nel cezve, un tipico bricco di rame e ottone con un lungo manico dove viene fatta bollire l’acqua. Lo zucchero, a piacere, va aggiunto subito, mescolando prima di accendere il fornello.
Una volta arrivato ad ebollizione, si toglie il cezve dal fuoco per aggiungere un cucchiaino di caffè turco a persona e poi lo si ripone sul fuoco per altri pochi minuti. Una volta pronto, mescolarlo bene e inserire un cucchiaio di acqua fredda in modo da accelerare il deposito di polvere di caffè sul fondo. Infine versarlo in tazza, senza filtrarlo.
Sapevi che, spesso, il caffè turco può venire aromatizzato con delle spezie? Le più gettonate sono cardamomo e cannella.
Con grande soddisfazione siamo stati recensiti dal Gambero Rosso, nota piattaforma enogastronomica.