Risale alla metà del XIX secolo, l’invenzione della caffettiera francese: era il 1852, per l’esattezza, e Meyer e Delforge furono i primi a progettare un «sistema di filtraggio di caffè tramite pistone». All’interno di un recipiente cilindrico si trovava uno stantuffo che terminava con un filtro in stagno forato e dischi di flanella, in grado di separare l’acqua dalla polvere di caffè che era stata messa in infusione.
Furono poi due italiani, nei primi decenni del ‘900, ad apportare ulteriori migliorie all’invenzione d’oltralpe: il cilindro venne costruito, da quel momento in poi, in vetro Pirex, e il filtro il metallo. Ed è così che la French Press è arrivata ai giorni nostri, riscuotendo grande successo e diffusione soprattutto nei paesi anglofoni, e nel nord dell’Europa. Dove si è meno legati all'intensità dell’espresso, e dove caffè più lunghi e aromatici incontrano maggiormente il gusto delle persone.
Ma come preparare un caffè con l’ausilio della caffettiera francese? Quali cose è importante avere in mente quando si mette da parte Moka per orientarsi verso uno strumento completamente diverso?
La miscela adatta alla French Press ha un grado di macinatura non troppo fine, perché così facendo finirebbe per ostruire il filtro. Il risultato migliore, infatti, lo si ottiene quando il numero di particelle sospese nel liquido è ridotto, ma allo stesso tempo quando la macinatura non è troppo grossolana. Come fare, quindi? Sicuramente è possibile acquistare una miscela già pronta, pensata anche per la caffettiera francese, oppure optare per la macinazione casalinga, partendo dai grani interi.
Che non deve essere bollente, altrimenti si avrebbe come risultato un caffè amaro e bruciato. All’interno della caffettiera francese andrebbe versata dell’acqua che abbia una temperatura compresa fra i 92 e i 94°.
E, indicativamente, andrebbero messi in infusione 10 grammi di caffè macinato (equivalenti a circa 1 cucchiaio da minestra colmo) ogni 200ml di acqua.
Prima di procedere con la preparazione, e di inserire nel cilindro l’acqua calda sopra alla polvere di caffè, è buona norma scaldare il bricco versandoci dell’acqua calda, che andremo poi a gettare.
Una volta versata l’acqua sopra al caffè, e dopo aver mescolato accuratamente, inserisci lo stantuffo nel bricco ma lascialo a pelo d’acqua, in modo che si limiti solo a chiudere il recipiente. Il caffè deve infatti rimanere in infusione, fino a circa 4 minuti, prima di essere pronto per essere filtrato, e gustato.
Al momento del filtraggio, scaduto il tempo necessario per l’infusione, è importante procedere lentamente: il filtro deve scendere piano e in maniera costante, per dare il risultato migliore.
Questo permette al filtro di restare sempre pulito e di fare in modo che, anche alla successiva infusione, non ci siano residui o possibilità che profumi e sapori vengano contaminati.
Con la caffettiera francese è possibile anche realizzare un’infusione a freddo, perfetta per i mesi estivi. Il procedimento è simile a quello tradizionale, ma solo aggiungendo acqua a temperatura ambiente invece che calda. Dopo aver mescolato, e aver coperto il recipiente con lo stantuffo lasciato a pelo d’acqua, l’infusione va lasciata riposare per 12 ore (meglio ancora se in frigorifero).
Puoi usare la caffettiera francese anche per preparare tè, tisane e orzo. Il sistema di estrazione funziona altrettanto bene, e rende la French Press uno strumento estremamente utile e versatile.
Non avrà lo stesso gusto intenso e corposo dell’espresso, ma basta una tazza di caffè preparato con una caffettiera francese per portarti lontano. Basta chiudere gli occhi, e annusare il profumo proveniente dalla tazza che stringi fra le mani, per ritrovarti sulla sedia traballante di un qualche bistrot a pochi passi dalla Senna. Et voilà, la magia è servita.
Con grande soddisfazione siamo stati recensiti dal Gambero Rosso, nota piattaforma enogastronomica.