Lavorare sodo dà sempre i suoi frutti e la natura ne è un esempio: lo scorrere dell’acqua che leviga le rocce, il seme che si trasforma in arbusto, le api. E proprio questi piccoli insetti laboriosi danno vita a un equilibrio delicatissimo senza il quale il nostro sistema non sarebbe lo stesso. Volando di fiore in fiore, portano avanti il prosperare della vita e creano anche il miele: forte delle sue grandi qualità nutritive e del suo sapore dolce, è molto amato e utilizzato a livello culinario come ingrediente in tantissime ricette, per esempio i gustosi amaretti Pasqualini, e costituisce una valida alternativa allo zucchero per dolcificare le bevande come caffè e tè.
Dato che ne esistono moltissime varietà, andremo a vedere le differenze tra miele di castagno, acacia e millefiori, tre tra le varietà di miele più apprezzate sul territorio nazionale.
Il miele di castagno è un miele monofloreale che nasce dal polline degli alberi di castagno; viene prodotto in quasi tutta Italia, nelle zone boschive collinari e montane dove questa pianta è diffusa. È una materia prima ampiamente utilizzata nella produzione tipica della pasticceria nazionale per merito del suo sapore particolare e non troppo dolce, che lascia un retrogusto tendente all’amaro e che si armonizza in maniera perfetta con i sapori della frutta secca.
Il suo aspetto è caratteristico: ha un colore scuro, che varia dal marrone ambrato al nero. È composto per la maggior parte di fruttosio, non di glucosio come molti altri, quindi la sua cristallizzazione è molto più lenta; ha inoltre grandi qualità antiossidanti. La sua raccolta avviene tra aprile e ottobre per preservare le sue qualità dai climi rigidi invernali.
Il miele d’acacia si ottiene dalla pianta omonima, della famiglia delle mimosacee. È un prodotto tipico della zona prealpina italiana, anche se ormai viene raccolto in tutta Italia. È in assoluto uno dei mieli più presenti nel repertorio nazionale in quanto estremamente duttile: il suo sapore dolce, con vaghe note vanigliate, consente l’utilizzo di questa varietà nella quasi totalità delle preparazioni; è quello che meglio si sposa con la dolcificazione delle bevande, non oscurandone o modificandone il sapore. Si tratta anche in questo caso di un prodotto monofloreale, con un tasso qualitativo incredibilmente alto.
Si presenta come un liquido denso, con sfumature che variano dal bianco al giallo paglierino; anch’esso, come il miele di castagno, presenta una quantità di fruttosio molto alta e quindi la sua cristallizzazione avviene con tempistiche lunghe. È colto nel periodo tra aprile e ottobre, ma ha necessità di essere lasciato a maturare circa un mese prima di essere confezionato.
Il miele millefiori, denominato così per la sua origine, è un prodotto multifloreale, ovvero non ha una pianta specifica di origine come i precedenti: questo consente la sua produzione sull’intero territorio nazionale. Una sua particolarità è che il gusto può variare a seconda della quantità e qualità di piante o api che lo creano, per questo il millefiori ha innumerevoli sfumature che altre varianti non hanno; si sposa molto bene con la produzione di biscotti e preparazioni da forno.
Il suo colore varia e così il suo sapore, anche se la base è dolce: le qualità che hanno una colorazione più tendente al giallo biondo hanno un sapore dolce, con un retrogusto floreale, quelle più tendenti al giallo ambrato invece hanno un retrogusto più amarognolo e intenso. È possibile ottenere questa varietà tutto l’anno: prima di essere posto nei vasetti, la sua lavorazione prevede la centrifugazione e un riposo di una decina di giorni.
Esistono momenti in cui la natura ci ricorda quanto sia preziosa e perfetta; le differenze tra miele di castagno, acacia e millefiori sono solo una delle incredibili varietà che ci ha donato e che abbiamo imparato ad apprezzare. Provatele tutte nella nostra sezione “Non solo caffè” dedicata alle eccellenze del territorio.
Con grande soddisfazione siamo stati recensiti dal Gambero Rosso, nota piattaforma enogastronomica.